martedì 24 maggio 2011

Parco Perotti, suoli ai costruttori e gestione al Comune: cui prodest?

Articolo per Go Bari 24/05/2011

Riottenere le aree senza poter edificare a cosa serve? Sannicandro: "Ci penserà Strasburgo"

E' fresca la notizia secondo cui le aree del Parco di Punta Perotti rimarranno in gestione al Comune ma passano di fatto ai costruttori. Tuttavia non è chiaro a chi giova, in termini economici, questa decisione dal momento che Andidero, Quistelli e i Matarrese - si sa - non sanno cosa farsene di un suolo inedificabile. Con l'aiuto dell'Assessore Sannicandro del Comune di Bari abbiamo cercato di capire meglio la tortuosa vicenda ed, eventualmente a dare delle risposte.

Dunque, andiamo con ordine. I suoli sono stati restituiti a seguito della sentenza di Strasburgo contro lo Stato Italiano (e non contro il Comune) in quanto ha ritenuto eccessiva e non giustificata la sentenza della Corte di Cassazione che ha decretato, oltre alla illegittimità della lottizzazione (quindi riconoscendone l'abuso), anche la confisca dei suoli come pena accessoria.
Strasburgo, dunque, non ha censurato la lottizzazione abusiva ammettendo, di fatto, che gli edifici andassero  abbattuti, ma solo la confisca. Inoltre, Strasburgo ha ordinato allo Stato di concertare con i costruttori anche un risarcimento del danno subito.

A questo punto cominciano i dubbi che Sannicandro cerca di esempificarli così: "Lo Stato Italiano ha dovuto rivedere la sentenza, con apposita legge. E a seguito di nuova procedura giudiziaria, il GIP Lovecchio, revisionando la sentenza, ha ordinato la restituzione dei suoli ai proprietari che, è appena il caso di ricordarlo, non sono solo i Matarrese ma anche Andidero e Quistelli. Inoltre lo Stato - prosegue Sannicandro - deve proporre un offerta di risarcimento a Strasburgo che la Corte Europea stabilirà se congrua o meno rispetto alle più esose richieste dei proprietari".
Orbene. La restituzione dei suoli è avvenuta e la Presidenza del Consiglio ha invitato espressamente il Comune a non opporre ostacoli alla restituzione per non inficiare la trattativa sul risarcimento.
Infatti il Comune ha rinunciato a fare appello alla sentenza e ha invitato i proprietari a riprendersi in consegna i suoli. "Preciso - prosegue l'Assessore - che dal punto di vista catastale i suoli risultano già reintestati ai proprietari così come alla conservatoria dei registri immobiliari per effetto della stessa sentenza di restituzione. I proprietari, però, non si sono presentati alla consegna adducendo varie motivazioni tra le quali quella secondo cui sulle aree sono stati realizzate opere dal Comune ed un parco pubblico, e che quindi bisognerebbe liberarle prima della consegna".

Ma il parco è stato realizzato sul tutta l'area oggetto della lottizzazione, e quindi su aree effettivamente restituite ai costruttori, ma anche su aree che furono cedute al Comune per gli standards previsti nel piano di lottizzazione e che risultano ancora in capo allo stesso non essendo mai stata revocata nè l'approvazione della lottizzazione, nè la convenzione che ne ha fatto seguito negli anni '90.
Quindi, come si evince, la situazione è decisamente complicata. Per questo sia Sannicandro che il Sindaco Emiliano erano d'accordo ad insistere per la consegna reale dei suoli con un ulteriore procedura che prevedeva la riconsegna forzata mediante ufficiale giudiziario, cosa proposta dall'Avvocatura e dall'ufficio patrimonio del Comune.

A tal proposito ci si domanda: ma con la riconsegna forzata, che fine fa il parco? Come i privati faranno a mantenerlo fruibile? Ne assumono i costi di fruizione al pubblico? Improponibile, crediamo. Lo recinterebbero? Scelta impopolare. E allora?
"Noi (Sannicandro e il Sindaco Emiliano, ndr) ritenevamo che per il Comune sarebbe stato negativo chiudere il parco alla fruibilità pubblica, cosa che ci avrebbe anche impedito di poter effettuare la manutenzione a carico del Comune e quindi rischiare l'abbandono del parco e del verde; ma - fa sapere Sannicandro - nonostante questa nostra contrarietà, l'Avvocatura ha insisistito ed inserito nel sistema informatico, senza peraltro venirne a conoscenza, la delibera che li avrebbe autorizzati ad effettuare la consegna reali dei suoli in questione, limitatamente a quelli di cui il giudice ha ordinato la restituzione su cui, poi, è successo quel che è sucesso con il primo ritiro della delibera in giunta".

Successivamente nel riesame in giunta sono stati costretti ad approvare la delibera ponendo, stavolta, chiaramente l'invito agli uffici - prima di procedere all'offerta - di chiarire e definire la garanzia di conservare la fruibilità pubblica del Parco Perotti ed il mantenimento a carico del Comune su cui si è trovato  un accordo con i proprietari, e la chiara individuazione delle aree oggetto della restituzione, in quanto, quelle cedute al Comune per standards restano ancora di proprietà comunale, non essendo ricomprese nella sentenza.
Quali, a questo punto, gli sviluppi futuri? Siamo tutti in attesa delle determinazione del risarcimento da parte della Corte di Strasburgo, alibi storico preferito da Matarrese per farla franca sugli  investimenti nel Bari Calcio, evitando (il Comune) di interferire nei rapporti tra Stato e costruttori.

E solo dopo questo passaggio il Comune potrà affrontare il tema del futuro di Parco Perotti e delle rivendicazioni dei proprietari dei suoli, se poter edificare dal momento che questi sono tuttora edificabili ancorchè si è in presenza del vincolo paesaggistico che ne impone un altro procedimentale, vale a dire che i progetti siano dotati di autorizzazione paesaggistica che viene concordata da Comune, Regione e Soprintendenza.
"Insieme al Sindaco Emiliano - ci fa sapere a proposito Sannicandro - vorremmo definire un accordo di programma con cui poter conservare il parco e, nel contempo, delocalizzare le volumetrie edilizie a monte della ferrovia in aree da acquisire. L'obiettivo è quello di mantenere il parco che è diventato un simbolo di legalità e spalmare le volumetrie su un'area anche più vasta in modo da ridurne l'impatto e la densità edilizia".

Questo è il dopo ma ovviamente occorre confrontarsi con i proprietari che al contrario avrebbero interesse a costruire sui propri suoli e più vicino al mare. Contro questa ipotesi esiste lo strumento dell'autorizzazione paesaggistica che contrasterebbe con un impatto ambientale troppo violento dei fabbricati. Ma questo è il futuro: staremo a vedere cosa succcederà.
Massimo Longo

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