martedì 24 maggio 2011

"11 sono loro, 11 siamo noi"

Articolo per Go-Bari 23/05/2011

Serata d'altri tempi alla Libreria Laterza con il tributo di Giovanni Cataleta al Mago di Turi Oronzo Pugliese

Atmosfera squisitamente e sanamente malinconica quella creatasi, sabato scorso, alla Libreria Laterza per la presentazone del libro di Giovanni Cataleta "Oronzo Pugliese. Quando nel calcio esistevano i maghi" pubblicato da Utopia Edizioni.
Immagini e pensieri in bianco e nero padroni assoluti della scena si sono intersecati coi ricordi lucidi e precisi di Francesca Pugliese, figlia di Don Oronzo, con gli aneddoti di Ualino Loseto suo punto di riferimento quando c'era da mordere le caviglie a Pierino Prati o a Gigi Riva (ma anche a George Best nella famosa turnè canadese) ma soprattutto quando c'era da richiamare all'ordine qualcuno, anche "adulto" ed esperto facendo leva sulle movenze persuasive e deterrenti misti agli intercalari tipicamente baresi di Loseto, con le imitazioni strepitose di Stefano Bucci, il tutto moderato dall'attrice e presentatrice Virginia Barret.

Il libro del collega Giovanni Cataleta sicuramente farà stropicciare gli occhi a parecchi nostalgici anche se lo stesso ha (giustamente) preferito leggerlo in chiave tutta foggiana (lui è di Foggia).
Approfittando del centenario della nascita di Pugliese, Cataleta ha voluto tributare all'allenatore turese il periodo dei 4 anni in cui ha allenato a Foggia, periodo in cui è riuscito a portare dalla C alla A i satanelli, un periodo di calcio genuino basato sulle strette di mano, sui sorrisi e sul sudore senza tv e potere politico.

Nato ufficialmente il 5/4/1910 - almeno sui suoi documenti anagrafici risulterebbe questa data - anche se all'epoca, come ha detto sua figlia Francesca, "nelle tessere federali, pur di spuntare qualche anno in più di attività agonistica, si tendeva ad apparire più giovani, in questo caso nella tessera di componente della FIGC il suo anno di nascita era 1913". Insomma un giallo tutto in salsa ironica ancora da decifrare. Del resto il suo collega mago Herrera, a proposito di date anagrafiche misteriose, non gli era da meno.
Tutto ruota intorno alla celebre vittoria del Foggia alle spese dell'Inter di Angelo Moratti e del mago Herrera scesi allo Zaccheria, per l'occasione zeppo di gente, istantanea di un periodo in cui gli stadi gremiti in ogni ordine di posto erano segno della funzionalità del giocattolo calcio. Fu lezione di calcio, gol di Nocera, Inter pluricampione del mondo frantumata in 90 minuti e tripudio generale. E proprio dopo quella partita Oronzo Pugliese fu nominato il "mago di Turi" da contrapporre al primo mago del calcio, ovvero Helenio Herrera. Così come fu da allora che i due allenatori, pur rispettandosi, si cominciarono a detestare con dispettucci vari: celebre l'aneddoto secondo cui Herrera spostò la panchina dello stadio di Roma in direzione del sole così da impedire a Pugliese di vedere bene la partita. Insomma, trasposizione figurativa di un battibecco alla Guardiola-Mourinho d'oggi.

Molti gli aneddoti raccontati da Pasquale Loseto che ha ricordato momenti di aggregazione nei vari ritiri di Bracciano o in quelli precedenti le partite di campionato; come a Milano quando, giunti a Linate, un pulman accompagnò la squadra del Bari all'Hotel Gallia (quello in cui qualche tempo dopo si sarebbe svolto il calciomercato), un hotel lussuoso perchè Oronzo Pugliese ad alberghi modesti preferiva quelli pluristellati. Giunti qui, 100 giornalisti erano in prima linea ad attendere chissà quale personaggio ed invece erano lì per lui pronti per ascoltarlo in conferenza stampa.
Pugliese, primo allenatore del "sud", della linea maginot sotto il Garigliano ad allenare squadre del centro-nord (il Siena, la Fiorentina, la Lucchese e il Bologna, oltre alla Roma) nel suo solito costume di lino bianco che metteva soggezione quando i giocatori lo vedevano; entrava anche in campo e spesso correva parallelamente al giocatore sulla linea bianca per spronarlo arrivando spesso alla bandierina del corner. All'epoca, infatti, non c'erano restrizioni per gli allenatori, e i 70 mila presenti a San Siro quel giorno "erano lì per lui" e non in quanto "big-match" a causa delle vittorie di Bari e Milan conseguite la domenica precedente rispettivamente contro la Roma (gol di Canè) e a Brescia.

Seminatore d'oro, premio ricevuto da allenatori grandi come Edmondo Fabbri, Valcareggi, Bernardini, coinvolgente e sornione un po' istrione, con quella faccia sorridente, pulita, ricca di saggezza e di grinta, faccia di un pugliese di Puglia fatta di scorze rugose d'alberi secolari d'ulivo e pieni di linfa elaborata, col sorriso simile al maestrale locale che spazza via le nuvole, con un intercalare tipicamente barese, attento ai particolari, ai tacchetti, ai trucchi per "fregare" questo o quello, insomma un personaggio più che un allenatore. Addirittura controllava i giocatori in ritiro se fossero andati a letto presto, e da soli...
Nel '69 passò al Bari dove purtroppo conobbe l'unico suo esonero della carriera, combinazione proprio nella squadra della sua provincia. Ironia della sorte. Loseto ci rimase male al punto che lo andò a trovare a casa sua in Piazza Luigi di Savoia per mostrargli in lacrime il suo dispiacere.
Quando nacque il figlio andò in clinica e pretese rassicurazioni dai medici affinchè il nascituro fosse maschio e non femmina.
Ecco chi era Oronzo Pugliese. Marito, padre esemplare vicino alle vicende domestiche e di famiglia, controllore di compiti della scuola e pater familias come una volta.
E dopo le mille voci di Zeman, Antonio Matarrese, Mourinho, Sacchi, Zoff, Gianni Brera con uno squarcio in un ipotetico "Novantesimo minuto" con le voci di Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Roberto Bortoluzzi ed Ezio Luzi ben rappresentate da un eccellente Stefano Bucci, infine, l'intervento telefonico di Lino Banfi proposto dalla moderatrice Virginia Barret che girando le varie saghe di Oronzo Canà, si è ispirato proprio al mago di Turi.
Un libro da comprare a tutti i costi anche perchè all'interno c'è un cd video con filmati inediti riguardanti interviste fatte mentre era allenatore del Bari.

Massimo Longo

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