martedì 19 aprile 2011

Politica e Potere, da Catullo in poi

Articolo per Go-Bari 19/04/2011

Alla ricerca del margine, tra i roghi dei testi contrari al sistema e la speranza di una rinascita culturale

Una serata con due autori "classici" in Libreria Laterza: Pasquale Martino, docente di letteratura italiana e latina - purtroppo neo pensionato - nonchè assessore alla pubblica istruzione nella penultima giunta Emiliano che, con la sua sapiente ed erudita eleganza, ha fatto da apripista all'ospite della serata, Mario Lentano, docente nei licei classici ed ora professore di letteratura latina all'università di Siena il quale con preciso rigore filologico, divulgativo e narrativo ha presentato due suoi libri relativi alle "Poesie politiche" inedite di Catullo e ai "Libri al rogo", preziosi manuali editi dalla Casa editrice Palomar, in cui si spazia attraverso il pensiero politico di un poeta famoso, più che altro, per i suoi baci a Lesbia piuttosto che per il suo pensiero politico, fino alle persecuzioni del dissenso intellettuale ai tempi di Roma antica, passando attraverso le trasposizioni letterario-cinematografiche come Farhenheit 451, Giordano Bruno, fino ad arrivare all'ultimo, tristemente celebre, rogo di libri avvenuto al mondo nel '33 durante il nazismo a Berlino.
Una riflessione sul rapporto tra cultura-intellettuali e politica-potere, tradizionalmente mai andati daccordo tra di loro sin dai tempi di Cremuzio Cordo, una figura storica del dissenso assurta ad esempio da Lentano nella sua oratoria, che nell'esaltare il tramontato regime repubblicano contro l'impero appena sorto - andandosela un po' a cercare per l'epoca - parteggiò per i "cesaricidi": inevitabile il rogo dei suoi testi. E come, un po', per tutti coloro i quali venivano additati di interferenze politico-letterarie, preferì suicidarsi piuttosto che attendere il processo, scelta questa a cui sarebbe conseguita una riabilitazione letteraria postuma dovuta al salvataggio di una copia del suo più celebre testo da parte della figlia, ma solo per un breve periodo.
Uno spaccato del dissenso culturale dell'antichità raccontato attraverso tre autori celebri, Tito Livio, Tacito e Seneca in cui viene esaltata la persecuzione intellettuale che spesso e volentieri sfociava in una vera e propria distruzione materiale dei volumi che di quel dissenso erano espressione e strumento pericoloso di diffusione, una sorta di propaganda politica sbagliata e dannosa per i governanti meritevole di essere stroncata sul nascere.
A tal proposito ci piace sottolineare la celebre la frase pronunciata da Seneca mentre venivano mandati al rogo i libri di Cassio Severo allorquando disse: "Ora dovete bruciare vivo anche me, perchè li so a memoria”.

Alla ricerca del margine con Catullo, il poeta veronese tanto caro ai liceali per i tanti, troppi (vani), baci divulgati sotto forma di carmi alla sua amata Lesbia attraverso quella brevitas callimachea in voga a quel tempo nei poeti, il quale, come una Marcegaglia d'epoca romana espertissima in manovalanza più o meno industriale o come un Umberto Eco, scrittore e poeta, entrambi meno inclini all'esposizione poetico-politica, talvolta si addentrava  con argute e taglienti invettive verso i potenti in aperto dissenso col potere dell'epoca.
Quel margine inteso come estremo pensiero di chi è conosciuto per ben altre opere (appunto Catullo) ma che in realtà non rinnega impietosamente, e spesso anche in modo graffiante, le proprie idee politiche.

Sul finire della repubblica romana, quando Cesare si faceva largo tra i rostri del foro romano, Catullo, tra un carme ed un altro, si schierò contro la Gens Julia arrivando finanche a ridicolizzarne la dirigenza, secondo Catullo, "cialtrona e ignorante".
E attraverso il "malum carmen", che poi si intreccia al libro dei roghi con un sincronismo perfetto, Catullo diventa simbolo di una generazione tormentata che visse la follia delle guerre civili e il collasso di un regime corrotto e asfittico reagendo al crollo di un intero mondo rompendo con il passato e inventando per la prima volta nella cultura occidentale il linguaggio dei sentimenti e la dimensione del privato. “Non faccio nessuno sforzo per piacerti, Cesare, e neppure mi importa di saperti se sei bianco o nero”: così Catullo in un celebre carme contro Cesare.

In conclusione della presentazione dei due classici - dice Lentano - ci vuole una mediazione culturale, perchè il rischio è quello di gettar via la cultura, un patrimonio necessario alla vita.
Occorre suscitare pressioni, fare i Sensali di Matrimonio, cercare di far innamorare dei classici, da sempre terribilmente attuali, affinchè non ci si riduca alle apotropaiche t-shirt di Catullo "Odi et amo", segno dei tempi che va al di la del pubblico studentesco.
Per quanto di roghi materiali di libri, oggi, non v'è traccia - ha proseguito Lentano - esiste tuttavia un altro pericoloso rogo metaforico che avviene attraverso il taglio dei docenti a scuola con la complicità del mancanto investimento nella cultura.
Serata piena di giovani attenti e preparati, molti dei quali alunni dei due docenti, che hanno acceso il rogo della speranza culturale spegnendo quel focolaio del dissenso intellettuale.
Massimo Longo

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